Chi se ne va, può decidere di lasciare un testamento. Chi muore, lascia le ultime volontà. Fisse, inderogabili, precise. Da una parte, danno sicurezze, permettono di affermare chiaramente che sono state compiute.
A volte può succedere che nei nostri rapporti personali cerchiamo qualcosa del genere: la certezza di aver fatto ciò che dovevamo, senza perplessità. Ma le relazioni vere, autentiche, profonde, non assomigliano a questo. Sono vive e quindi continuano a trasformarsi sempre. Non si può mai dire con precisione come si svolgeranno, che strade prenderanno, proprio perché non sono ingessate in formule scritte.
In questa direzione va la promessa di Gesù. Festeggiamo la Santissima Trinità, Gesù ci parla dello Spirito Santo e ci potremmo aspettare che la si spieghi, che si chiarisca che cosa vuol dire, che se ne dia una definizione. Invece, ci viene semplicemente spiegato che capiremo. Che siamo semplicemente chiamati a entrare in relazione, e fidarci. Perché non ci rapportiamo con un enigma filosofico, ma con un essere vivente, che è in relazione con il Padre ed il Figlio ed entra in relazione con noi.
Tutto il resto sarà da vivere, scoprire e inventare!
Solennità della Santissima Trinità ⇒Si potrebbe leggere Gv 16,12-15