Forse tre indicazioni ci vengono da un vangelo che suona un po' difficile. Si tratta del brano di Luca al capitolo terzo, versetti dall'uno al nove, di questa terza domenica di Quaresima, anno C. Eccole.
- "Ma che cosa ho fatto di male perché mi succedesse questo?". È domanda che spesso ci troviamo a farci. Il vangelo di oggi è chiaro: "Nulla di peggio di altri o di altre volte. Perché Dio non si diverte a mandare castighi". Siamo davanti a un Dio che ha lasciato liberi noi come il mondo, non fa il burattinaio.
- Ma è anche vero che mali ci raggiungono. E tante volte l'origine del male è l'uomo (immedesimiamoci nelle persone che vivono in Ucraina: hanno sofferto più per una catastrofe planetaria come il Covid o per la recente malvagità umana?)
- Su questo sfondo, Gesù ci ripete, con la parabola sulla coltivazione del fico, che da parte sua avrà pazienza, ci aspetterà, vuole che viviamo e che portiamo frutti. Perché il successo del fico è nell'offrire frutti.
Il male esiste, nel mondo, ma Dio resta al nostro fianco, ci stimola a migliorarci, a diminuire il male intorno a noi, e ci assicura che sarà un coltivatore premuroso e paziente, nell'attendere la nostra crescita.
III domenica di Quaresima C ⇒Leggi il vangelo secondo Luca, capitolo 13, versetti dall'1 al 9.