Sabato sera all'insegna del "ripartire", quello offerto nella comunità della Sorgente. Ripartire per reagire. Ripartire per crescere. Ripartire per amare. Ripartire per credere, o per credere sempre di più.
Ma attenzione, non fraintendetemi. O meglio, non siate… intransitivi. Il ripartire che intendo io non è quello che si sostantiva in "ripartenza" (il "ripartire" intransitivo), ma quello che diventa "ripartizione" (il "ripartire" transitivo).
Perché se è vero che Cristina non vedeva l'ora di ripartire, di ricominciare a vivere la sua vita in pienezza, è anche vero che esiste un altro angolo, nascosto, quello da cui lo sguardo si complica la vita.
Ed ecco che ieri sera, nel silenzio, ho capito il senso di quest'incontro: per ripartire, bisogna ripartire. Bisogna fare ordine, distribuire le fatiche, condividere.
L'ho capito guardando gli occhi di Cristina mentre raccontava della morte di suo figlio: quando ci ha detto che aveva avvertito in lei il trapasso di Luca, che si è sentita lui in quel momento, ho capito. E ho capito anche perché non è crollata, ma anzi le sue mani hanno tenuto la presa su quella Croce davanti alla quale si era gettata.
La sua ripartenza è nata dalla ripartizione di Luca. Dalla ripartizione che ha fatto suo figlio di quel dolore, di quel passaggio. Perché in quel modo sua madre non è stata presente soltanto negli ultimi momenti della sua vita terrena, ma anche e soprattutto nei primi di quella oltre. Regalandole una certezza che sa di beatitudine: la certezza che Luca sia ancora vivo.
San Francesco di Sales scriveva: «fate tutto per amore, niente per forza». Anche il ripartire.
Quante volte nel Vangelo la ripartenza è segnata da una ripartizione: pensate al miracolo della moltiplicazione dei pani, ad esempio. Tutto sembra finito, ma riparte quando un poveretto offre quello che ha per una ripartizione. O il figliol prodigo di oggi: la ripartizione dei beni paterni è proprio ciò che dà origine al tutto, e alla ripartenza finale.
Che sia proprio questo ciò che rimanga dell'incontro con Cristina: ripartire per ripartire. Qualsiasi siano i settori in cui ci sentiamo fermi, e in necessità di una spinta.
Ripartire per reagire. Ripartire per amare. Ripartire per crescere. Facendo ordine, in peso e priorità.
Perché ci stiamo preparando alla Pasqua, e in questa festa si trova la testimonianza più bella di quanto ho scritto finora: se la Domenica ci sarà una ripartenza, è solo perché Giovedì ci sarà stata una ripartizione.
Buona Quaresima!