Ho faticato a mettere insieme la pace interiore con l’impegno civico per la pace. Mi pareva non fosse così importante unire l’esterno con quanto alberga nel profondo di ciascuno, anche dentro di me.
Poi ho toccato con mano che se sono in pace con me stessa anche il mio impegno esterno ne risente, positivamente. È allora dunque vero che il mondo può cambiare a partire dal cuore? Prendere sul serio il cuore ha conseguenze sociali? Lo dice anche il Vaticano II di partire dal sentire di ciascuno per condurre l’umanità verso un migliore destino.
Dobbiamo attenzione e cura al nostro cuore se vogliamo arrivare alla pacificazione “da dentro”, coltivare saldi principi e certi su cosa possiamo contare. Sappiamo che i credenti, anche di altra fede, possono trovare nelle basi delle loro religioni sentimenti e pensiero per un confronto sincero finalizzato al bene comune. Anche l’ateo onesto ha un suo cassettino in cui scorgere aiuto e sostegno, forza e desiderio.
Non si tratta di spiegazioni, si tratta di azione. Solitamente in gruppo ci esercitiamo nello sforzo di sistemare il “proprio” dentro. Quando non ci riusciamo da soli, possiamo ricorrere all’aiuto per un confronto, un consiglio. La pacificazione interiore è fatta di attenzione verso noi stessi, di riconoscimento dei propri sentimenti e vissuti, di condivisione e di attenzione di altri verso di noi.
Come trovare la propria pacificazione? Fermandomi, facendo qualcosa che mi piace, riconoscendo felicità e difficoltà. Iniziare da lì a intraprendere una via nuova, non in solitudine, per il bene di tutti.

 
  
	


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