Come ci è vicino questo Dio che ha sentito il bisogno di riposarsi per contemplare la bellezza di quanto aveva creato. L’essere umano invece, attraverso un malinteso ed eccessivo orgoglio, no.
È per l'orgoglio della propria attività, che rischia spesso di smarrirsi in una spirale di egocentrismo che causa infelicità e talvolta genera la cultura dello scarto. Silenzio e contemplazione sono necessari per ritemprarsi e ritrovare se stessi. L’incanto della passeggiata nella tranquillità del tramonto o nella freschezza dell’aurora, l’armonia della musica gustata nella penombra fresca, l’equilibrio del dipinto ammirato, la distensione offerta da un libro o un film: quanti doni per riconoscerci figli amati e in questo abbraccio trovare ristoro e ripartire sui sentieri di Dio.
Questo andare contro corrente è quanto mi piace leggere tra le righe della Massima 53 di padre Médaille: «Abbiate un cuore sempre libero che non si attacchi a nessuna cosa del mondo, qualunque possa essere l’apparenza di bene».