Vogliamo, a volte dobbiamo, nonostante tutto, sapere, studiare, conoscere. Rispetto a 50 anni or sono, che non sono neanche così tanti, abbiamo più possibilità. La ricerca è più semplice.
Non ci sono soltanto le enciclopedie, le biblioteche, anzi proprio non ci sono più. La possibilità di connettersi senza alcuna fatica permette di raggiungere notizie, di spaziare lontano, di accedere a una moltitudine di informazioni. Tutto ciò facilita la positiva voglia di sapere. Importante è comunque che anche la conoscenza non sia asettica.
Pensiamoci: l’insegnante che entrava maggiormente in sintonia con noi studenti, perché simpatico, perché ci voleva bene, era forse quello la cui materia riuscivamo a comprendere meglio e forse ci piaceva anche di più. È proprio vero che “quando si coglie una realtà con il cuore si può conoscerla meglio e più pienamente”.
Il cuore riesce a collegare frammenti che difficilmente riusciremmo a mettere insieme. Va addirittura oltre la conoscenza, permette di apprezzare quanto l’accompagna, invoglia ad andare più a fondo. O meglio ci sollecita ad andare avanti per la curiosità di scoprire ancora qualcosa di più, oltre.
Voler conoscere è un invito ad andare verso l’altro, curiosi e desiderosi di scoprire novità. Il cuore ci invoglia a conoscerci meglio anche individualmente. In questo diventiamo più autentici, ci riconosciamo nella nostra identità e allo stesso tempo riusciamo a riconoscere l’altro. Anche nelle attività a cui siamo chiamati proviamo ad affrontare le novità con il cuore: chissà forse ci viene anche meglio apprendere!