All’arrivo in salone, nel pomeriggio di domenica 20 febbraio, non sai perché, ma ti ritrovi a respirare “un’aria di famiglia”, tra gente di diverse età, provenienza ed esperienze di vita.
C’è “qualcosa” che ti avvicina, che ti affascina, che ti coinvolge e ti arricchisce. Ti senti a casa e, nello stesso tempo, sollecitata a camminare, ad aprirti, ad accogliere e a donare. Sì, perché noi suore e laici nel Piccolo Disegno, oggi ci ritroviamo con i desideri e le attese più varie… Ma tutti riscaldati da un unico fuoco e assetati di comunione, quella vera, quella che ha le sue radici nel cuore di Dio Trinità.
Ci ritroviamo per una seconda tappa di riflessione sul tema della “Famiglia carismatica”. Siamo disposti ad ascoltare lo Spirito e a lasciar nascere qualcosa in noi e attorno a noi. Ci guida nella riflessione don Danilo Magni della Congregazione dei Giuseppini del Murialdo.
All’inizio egli coglie quest’atmosfera di familiarità che si respira e ci guida a prendere coscienza dei sentimenti e dei desideri che abitano il nostro cuore. Lo fa presentandoci una splendida scatola regalo, invitante, che contiene “un tesoro” a noi ancora sconosciuto. Dentro vengono inseriti i foglietti di ogni partecipante, con la risposta alla domanda: «Cosa ti ha portato a essere qui questo pomeriggio?».
Veniamo quindi condotti dal relatore ad andare alle radici della Famiglia carismatica e a metterne in evidenza le fondamenta. Infatti, senza le basi qualsiasi costruzione, anche se bellissima, non regge a lungo, si sgretola poco a poco e crolla.
“Io credo nel noi”, abbiamo cantato e pregato alla fine dell’incontro. Ritrovo in queste quattro paroline l’essenza del fondamento della Famiglia carismatica. Quel “noi” che è in Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo. Quel “noi”, a cui anche i discepoli del Signore sono intrecciati, con tutta la loro storia.
Se esiste un modello della Famiglia carismatica, questo è l’unità tra Gesù e il Padre nello Spirito Santo. Ed è dalla qualità dell'unione con la Trinità che dipende la qualità della nostra testimonianza nel mondo. È la vita che plasma la qualità della Famiglia carismatica. Vita che si lascia invadere dal vento dello Spirito Santo e che si esprime in una gioiosa rinnovata esistenza cristiana.
San Paolo raccomanda: «Non spegnete lo Spirito!», ma anche noi corriamo questo rischio. Occorre rimanere nell’umiltà, attenti ad accoglierlo in noi e nell’altro. A valorizzare la sua presenza, liberi da imposizioni o pregiudizi.
La Famiglia carismatica ha pure a che fare con la casa. Qui, ciascuno si sente “a casa”, sa che noi siamo la casa di Dio, diventiamo “dimora di Dio”, perché egli abita nel santuario della nostra interiorità. È importante, perciò, prendersene cura, come terreno è sacro, vera casa di Dio a cui accostarci in punta di piedi.
Ecco “il tesoro” della scatola regalo: essere fratelli e sorelle nello Spirito e grazie allo Spirito. Tutti siamo famiglia di Dio, preziosi, unici, irripetibili. Tutti con il dono specifico da riconoscere, da accogliere, da far crescere e donare, perché tutti cresciamo nella nostra dignità di figli di Dio.
È questo il regalo di Dio, che passa attraverso le nostre “piccole” mani e non si esaurisce mai.