Spesso pensiamo che l'essere efficienti e completi nel nostro compito ci renda efficaci, sia che si tratti di salvare idealmente il mondo o, almeno, di portare a termine la giornata senza fare troppi danni...
In questa pienezza di controllo e sensatezza ci accorgiamo di essere smarriti, di non sapere che cosa dobbiamo fare, scegliere... Gesù su questo è diretto e deciso: il fondamento solido, il punto di stabilità della nostra esistenza è lui. Non perché farà al posto nostro, ma perché ci garantisce quel nutrimento interiore che ci aiuta a portare frutto. Per dirlo ricorre all'immagine dei tralci e della vite. È sui tralci che cercheremo le foglie, visibili e fondamentali, e anche i grappoli, quel frutto che nutrirà tanti. Ma è il ceppo della vite, ben radicato nel suolo, a garantire che ai tralci e ai grappoli arrivi la linfa nutriente.
Gesù, che sa che cosa significhi essere umani pur avendo le radici affondate nella sua divinità, si propone come modello per la vita nostra, per darci senso, orizzonte, nutrimento. Non per agire al posto nostro, ma per stare sempre al nostro fianco a offrirci un esempio di vita buona e a sostenere la nostra bontà all'opera...
V Domenica di Pasqua B ⇒Leggi il vangelo secondo Giovanni 15,1-8