Siamo scoraggiati in questo tempo difficile. Leggiamo, manifestiamo, ascoltiamo le notizie, solidarizziamo con chi si impegna e prende posizione. Serve tutto ciò?
Viene anche da chiedersi che cosa potremmo ancora fare, di diverso, di più incisivo. Si susseguono prese di posizione, a volte non si riesce a star dietro a tutto quanto intercettiamo on line. È facile farsi prendere dallo scoraggiamento, dal “tanto è tutto inutile”, siamo in tanti, ma non abbastanza… Ho partecipato all’ultima manifestazione - sciopero di venerdì 3 ottobre, a Cuneo. Consolante vedere e incontrare tanta gente che si ritrova con un medesimo obiettivo, che ad alta voce grida la propria indignazione, che cerca compagni e compagne di viaggio in questo percorso. Da soli infatti ci si perde d’animo. La presenza di altri, di quelli che riconosciamo e che ci fa piacere vedere lì, sprona a non abbandonare l’impresa.
Venerdì ero con una mia amica. Mentre ci avviavamo al punto di raccolta dei partecipanti mi dice: «… Ho riflettuto …Anche la presa di posizione di Gandhi in India pareva in allora senza possibilità di riuscita … Eppure guarda che cosa è accaduto… i colonizzatori hanno dovuto arrendersi …».
È vero: quel movimento sorto in India, il suo diffondersi, ha condotto all’indipendenza, ha raggiunto lo scopo. Le idee del Mahatma sono quelle che ancora oggi stanno alla base delle nostre rivendicazioni, che ci insegnano come fare, che ci spronano.
E allora possiamo provare a intravedere una luce in fondo a questo tunnel in cui si sentiamo tutti smarriti.
