Chi accende una lucina in questo tempo? Sì c’è qualche spiraglio, da coltivare, cercare, da far circolare. È con uno sguardo attento che lo si scopre. Sono stata in viaggio in Palestina, qualche anno fa.
Lì ci era stato comunicato il rapporto esistente tra cattolici, mussulmani, ebrei che si incontravano regolarmente per ragionare, riflettere, condividere. Io stessa, con il mio gruppo, ero ospite in una casa di una congregazione di religiose cattoliche. Lì avevamo incontrato un medico palestinese e la sua famiglia, residenti nel campo profughi di Gerusalemme.
In questo tempo terribile, ho ascoltato le parole dell’artista ebreo Moni Ovadia a difesa dei Palestinesi, dello scrittore David Grossman e ho letto l’ultimo libro di Gad Lerner “Odio e amore per Israele”. Ho avuto anche occasione di ascoltarlo a Rittana, Cuneo, proprio su questo testo e sulle motivazioni addotte dallo stesso, per scriverlo. Ho sentito un uomo tormentato, molto riflessivo e onestamente proiettato nel raccontare quanto di più profondo sta alla base delle sue riflessioni.
Preparato e determinato nella lettura dei fatti. Realistico nel dichiarare quanto possiamo diventare feroci nel rapporto con gli altri. Affronta temi ampi, a volte sconosciuti, una lettura reale e attenta della storia. Lui ebreo, come altri, con storie inimmaginabili di trasferimenti, peregrinazioni, fughe, radici recise, morti, vite recuperate, nazioni attraversate. Richiama in alcune pagine una sua intervista a Primo Levi, ovviamente tanti anni or sono. Conosciamo l’esperienza terribile del chimico torinese che a Gad nel 1984 richiama “il filone ebraico della tolleranza”.