Tempo di Pasqua, di rinascita, nella vita di fede, di credenti, nella natura, anche in ognuno di noi? Chissà, ci spero. Non ci sono più spazi nei ripiani, davanti ai libri, per mettere le fotografie dei miei amici.
Quelli che se ne sono andati. Troppi in questi ultimi mesi. Li guardo, parlo con gli altri e ricordiamo i momenti condivisi, piangiamo insieme mentre ci sembra che avessimo ancora tanto da dirci e non siamo arrivati in tempo. Ci si consola un po’ nell’incontro con altri. Argomento non nuovo: come affrontare la morte, il distacco. Ci tocca individualmente, non contemporaneamente o nel medesimo tempo. Interrogativo profondo su quanto è importante e su quanto è effimero, sul passaggio, sulla curiosità per il dopo. Che cosa mi consola, che cosa mi aiuta, mi dà un senso? Dove sta la fede? Mi sembra che non mi serva credere. A volte pare non essermi di sostegno.
Ma è tempo di Pasqua, di passaggio, tempo “forte”. Mi sforzo nel pensiero doloroso degli addii. Intravedo a tratti uno spiraglio. Non è inutile quanto abbiamo insieme vissuto, quanto abbiamo condiviso, il ricordo di momenti partecipati e soddisfacenti umanamente. Aggiungerei la consapevolezza che queste persone non sono sparite, ma ancora, guardando le loro fotografie, i sorrisi, ci vedono dal posto dove sono. Mi aiutano i ricordi di quanto abbiamo fatto, riflettuto, vissuto insieme, di quanto ci siamo magari divertiti.
Allora una luce appare a illuminare questo dolore, una luce che con il passare degli anni forse si dovrà sempre più sovente accendere. La luce di Pasqua!