Nove anni: quelli vissuti in Collegio. Più della metà, vissuti coltivando le amicizie più significative della mia vita. Sette ore: quelle che ci vogliono per arrivare da qui a casa mia.
Dieci minuti: quelli che servono a piedi per arrivare dal collegio alla stazione, dove prenderai il treno che ti riaccompagnerà a casa per un'estate, per un anno o per il resto della tua vita.
Poco più di qualche secondo: il tempo di un abbraccio per dire grazie, per dire ti voglio bene, per dire ciao o per dire "arrivederci".
Potrei mettere in ordine i ricordi, potrei parlare delle persone conosciute, di quelle che hanno avuto permanenza breve e di quelle con cui ho abitato per anni. Degli aspetti estremamente positivi della convivenza e anche e delle difficoltà e degli ostacoli che a volte si creano. Potrei raccontare delle risate, dei pianti, delle abitudini. Ci sono miliardi di cose che potrei dire e tutte non renderebbero giustizia.
Questo è un momento di cambiamento per il collegio. Molte persone se ne stanno andando… chi vicino e chi lontano. Anche io lo farò. Allora, le stanze si riempiranno di nuove persone, nuove storie, nuovi ricordi, nuove foto... Così, potrei raccontare tante cose e ringraziare per tante altre. Eppure decido di parlare del tempo.
Tempo, sì. Quello di cui padre Médaille dice di averne cura e farne buon uso, perché prezioso. Parlo di tempo per provare a misurare qualcosa, che non può "entrare" in poche foto e immagini.
Tempo donato, tempo prezioso, tempo di crescita, di formazione, tempo di costruzione di un'identità adulta, tempo di fede e di respiro per l'anima.
Tempo di cammino. Tempo di vita.
Il mondo ci aspetta.
E il tempo rimane qui.
Infinitamente grata per il tempo vissuto in collegio.
Infinitamente grata a Dio per avermelo donato.