È risaputo che l'oro valga molto più dell'argento. L'oro è un materiale resistente, se non indistruttibile e può rimanere invariato per anni. L’argento, invece, ha un valore inferiore ed è meno raro dell’oro.
Una cosa rara è sicuramente più preziosa. Ho scoperto da poco tempo, leggendo una rivista, che esiste un'espressione, inventata da un poeta inglese degli anni trenta del ‘600, molto interessante. Tale espressione è “silver lining”. In senso letterale ciò significa “rivestimento d’argento”. Viene utilizzata per valutare il “lato positivo”, nelle situazioni in cui non vengono soddisfatte appieno le aspettative che si hanno.
L’oro brilla maggiormente rispetto all’argento. A volte, il rischio che si corre, è quello di desiderarlo molto perché ci abbaglia con la sua lucentezza. Ricercando l’oro e non trovandolo, può succedere di non riuscire a vedere gli altri metalli preziosi che ci circondano, come l’argento appunto.
Ciò che ci rende felici, ciò che può soddisfare le nostre aspettative, non è tanto la capacità di spiccare, emergere in certi contesti, proprio come l’oro che luccica. Ma è piuttosto il sapere cogliere, con piccoli cambiamenti, i lati positivi dell’esistenza, anche apparentemente poco “splendenti”.
Saper cogliere il rivestimento d’argento, anche nelle situazioni più complesse, è davvero una dote di grande valore!
Non a caso, il Salmo 12,7 afferma che «Le parole del Signore son parole pure, argento separato dalle scorie nel crogiuolo, raffinato sette volte». Eppure, in questo caso, non sono oro! Ma sempre parole sapienti e preziose.