Quando ti lasci avvolgere dal silenzio. Quando la tua mente si fa leggera e il tuo sguardo cerca di andare in profondità. Quando ti lasci prendere dalla curiosità per ciò che inaspettatamente ti appare.
Quando ti abbassi rispettando anche ciò che è minuto e sembra non avere alcuna importanza. Allora, anche un piccolo fiore può dirti qualcosa e tu entri in dialogo con lui.
Passeggiavo nel prato di casa mia, in un mattino nuvoloso agli albori di una nuova primavera. Faceva un po’ freddo, ero tentata di camminare velocemente. Ma, ben presto, rallentai il passo per non calpestare i cespi di primule o le piantine di violette fiorite.
Improvvisamente nasce tra noi un colloquio segreto: in me lo stupore e in loro la gioia della gratitudine.
«Grazie, perché ci hai permesso di esistere nel tempo che ci è dato. Perché hai valorizzato la nostra fatica nel venire alla luce, rompere il terreno e uscire allo scoperto. Hai rispettato il nostro stelo delicato e i nostri petali colorati. Ti sei fermata a contemplarci: un gesto che ci ha resi importanti. Grazie perché attraverso la tua voce, il tuo sguardo e il tuo cuore anche noi possiamo rendere lode a Colui che ci ha chiamati alla vita».
“In ascolto” di questi messaggi, rivivo un’esperienza fatta con un ragazzo cerebroleso, molto instabile e con gravi problemi relazionali.
Durante le uscite, se vedeva a distanza un uccellino, improvvisamente si arrestava invitando tutti al silenzio. Lo faceva per dare a quella piccola creatura la libertà di esprimere se stessa, in quel preciso momento e spazio di vita. L’uccello intravisto aveva diritto a cinguettare o a restare muto; a volare, saltellare o rimanere fermo; a nutrirsi beccando semi o insetti, oppure a starsene tranquillo su un ramo, semplicemente.
Tale comportamento del ragazzino comunicava un messaggio ben preciso. Esprimeva il suo bisogno di essere riconosciuto e accettato nel suo attuale modo di esistere. Mentre, in noi educatori, risvegliava l’importanza di imparare ad accostarci in punta di piedi alla persona “difficile” e “diversa”. Questo è un primo atteggiamento necessario per favorire il suo “fiorire”, come persona importante e preziosa.
Così agisce Dio Padre con ciascuno di noi, suoi figli. Egli rispetta la nostra libertà, cammina al nostro fianco, ci ama infinitamente e ci guida verso il nostro bene vero.