Ho sperimentato la ricchezza dello scambio tra le consorelle, nell’incontro di formazione permanente di Federazione a Susa. Evidenzio qualche aspetto importante che ho vissuto nelle due giornate.
Dal documento “Per vino nuovo otri nuovi” ho accolto l’invito alla cura, per una crescita armonica tra la dimensione spirituale e umana. C’è ancora molto lavoro da fare per incoraggiare modelli comunitari convenienti all’identità femminile delle consacrate. A questo confronto vanno rafforzate le strutture relazionali di confronto.
Partendo da un approccio biblico, è stata molto preziosa questa sottolineatura: la fede verso l’unico Dio, diverso dal faraone e dai vari idoli, si gioca nella relazione buona con i beni e le cose di cui l’umano è custode e non padrone; nel legame giusto, libero e fecondo verso gli altri.
Riflettendo sui consigli evangelici abbiamo valorizzato l’invito a riscoprirli e a viverli come occasione di affetto per Dio, un’esperienza che illumina il futuro.
La vita consacrata è un “già”, è memoria evangelica della nuova alleanza operante nella storia. La sua urgenza è profezia.
Un grazie sincero alle sorelle della Commissione e a alla comunità di Villa S. Pietro che ci ha ospitate.