Il ritiro di Quaresima con don Ocio, presso la Sorgente, è stato davvero una carezza per lo Spirito! Gli spunti di riflessione sul tema della preghiera che ci ha regalato sono stati davvero tanti.
Ha commentato il brano di Matteo al capitolo 6, versetti 1-6.16-18. Innanzitutto ci ha ricordato che per pregare non occorrono troppe parole o formule. Fondamentale è concentrarsi sull'essenziale che è “creare una relazione” con il Signore. La preghiera non è pensare a cosa dire, ma “stare” con lui, “ascoltare” nel silenzio ciò che ha da dirmi. Ocio, citando don Gasparino che ha conosciuto alla Città dei ragazzi, ha condiviso un pensiero di questo grande maestro della preghiera: «Trascorrere i primi 15 minuti ripetendo solo il nome di Gesù».
La preghiera è “alimentare un legame”. Gesù si ritaglia in ogni circostanza momenti in cui pregare per mantenere il legame con Dio. Nel Getzemani si aggrappa alla relazione con il Padre, mantiene e cura un legame intimo con lui. “Stare” con il Padre anche nei momenti drammatici in cui ci sembra impossibile trovare le parole, può esserci di grande aiuto. Come diceva Frère Roger: «Il desiderio di preghiera è già preghiera», considerando la fatica e le distrazioni che sono normali.
Il digiuno e l’elemosina da soli non implicano l’incontro con Gesù. È la preghiera del cuore che alimenta il legame con Dio e dà significato e sostanza alle altre pratiche di fede.
Noi siamo abitati dalla presenza dello Spirito Santo che, pian piano, ci guida e ci insegna ad ascoltarlo. Ecco la preghiera del cuore.
I 4 alfabeti principali della preghiera sono: il corpo, le parole, i ragionamenti e le emozioni che, in fondo, sono anche le dimensioni della vita.
Dai frutti si riconosce se la preghiera è buona e autentica, non produce tristezza o sensi di colpa, ma pace.