Chissà se riesco a riportare in parole quanto mi richiama l’invocazione “Donaci, o Dio, la sapienza del cuore”. Mi piace molto, mi sembra ampia, anche degna di una richiesta al proprio Dio.
Va oltre l’informazione, oltre la conoscenza, oltre la ricerca. Le comprende tutte, anzi le rende ancora più significative, le completa. Credo non sia facile da raggiungere. Può essere caratteristica di qualsiasi persona che onestamente si pone davanti ad una questione e cerca di trovarvi una risposta. Tutti, in particolari condizioni, possiamo percepire intuizioni inaspettate, improvvise o pensate e ragionate da tempo di cui non sappiamo la provenienza. Allo stesso tempo siamo contenti di essere arrivati lì, in un incontro, in una riflessione, intuitivamente magari.
La sapienza del cuore nobilita il pensiero, ci tranquillizza nell’azione, è positiva anche se ti fa magari intuire qualcosa di troppo grande o di irraggiungibile. Può essere quel sentimento che ti rassicura, se non riesci oggi ad andare oltre. Penso di poter dire che ti fa stare bene, consapevolmente. Del tutto positiva, non crea ansia, almeno così la percepisco.
Ti aiuta a vedere le persone, i fatti in una chiarezza diversa, direi in una luce sana che non disturba e nello stesso tempo ti fa riconoscere che è un traguardo importante e positivo. Può rappresentare la tappa di un cammino o il traguardo di un percorso. È pervasiva, colora delicatamente anche le difficoltà perché la sapienza del cuore, forse, ti viene in soccorso nel superare un momento difficile o almeno a farti percepire uno spiraglio.