Etica: che cosa è questa parola? Il linguaggio filosofico dice che è ogni dottrina o riflessione speculativa intorno al comportamento pratico dell’uomo. Intende indicare e individuare quale sia il vero bene.
E quali i mezzi atti a conseguirlo, quali i doveri morali verso sé stessi e verso gli altri. A ciò si aggiunge la ricerca dei criteri per giudicare sulla moralità delle azioni umane. Questa, a grandi linee, la definizione sul vocabolario.
E come entra nella nostra vita? Non la si impara una volta per tutte, credo. Ne respiriamo in casa, anche senza chiamarla così, quando gli insegnamenti e il comportamento delle persone che ci sono care ci aiutano a crescere e ci sono di esempio. C’è la scuola. C’è l’impegno nella società con il confronto con gli altri e le scelte che ne conseguono. In fondo ciascuno sa che cosa è bene o che cosa è male. E se abbiamo dubbi sappiamo anche come chiarirci.
È anche vero che, date le possibilità che l’uomo ha di intervenire e cambiare il ciclo della storia, a volte viene dimenticata o richiamata raramente. È superata. Invece dovrebbe rappresentare l’accompagnamento del nostro vivere civile e sociale. Pone i giusti limiti alla sbagliata tentazione di sentirci onnipotenti. È un esempio il rapporto sano ed armonioso, già ricordato, da parte dei popoli indigeni, con la natura, attenti a non danneggiarla, conoscendola a fondo.
L’etica è quella che delimita la nostra sbagliata onnipotenza. Le ricerche scientifiche sono una conquista ma, se non ben amministrate, possono ritorcersi contro ciascuno di noi, anche in modo irreversibile.

 
  
	
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