«Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura» (Marco 16,15). Per tanto tempo il comandamento del Signore Gesù è stato letto con riferimento ad andare nei Paesi lontani.
Da alcuni “apostoli”, in tempi diversi, la missione invece è stata intesa come da vivere nel più quotidiano spazio in cui si è nati e magari sempre vissuti. Penso alle suore e ai monaci di clausura il cui orizzonte è il monastero, eppure con le loro preghiere abbracciano il mondo. Penso ai genitori di figli disabili o ai figli di genitori diventati con l’età inabili, a tutti coloro che scelgono professioni la cui peculiarità sta nel “dare”. Costoro non cercano le luci della ribalta e non indietreggiano di fronte ai bisogni.
Quale forza sostiene il coraggio di partire o di restare per servire con fatica nascosta in situazioni talvolta per nulla gratificanti?
La risposta è celata in molti scritti, tra questi anche in una Massima di padre Médaille: «Il vostro zelo sarà sempre proporzionato all’amore di Dio presente nel vostro cuore: fate che scaturisca da un grande amore e sarà grande».
Più si acquisisce la consapevolezza di essere amati e più si entra in una spirale per riversare almeno un riflesso di quell’Amore là dove la Vita ci chiama.