L'autore della lettera agli ebrei l'ha capito prima di noi: il cuore del vangelo della passione non è la morte di Gesù, nonostante la morte sia tragica per chiunque, soprattutto quando è prematura, violenta e ingiusta.
Siamo venuti in tanti, suore e laici, a incontrare Giuseppe nel giorno della sua festa, nella Casa Madre delle suore di san Giuseppe, per onorarlo, ringraziarlo, affidargli gioie, speranze e fatiche della nostra vita.
Parlare di regole fa arricciare il naso. Tanto più oggi. Ci si sente in qualche modo privati di una fetta di libertà. Eppure le regole sono per la felicità, senza di esse non esisterebbe convivenza civile e quindi libertà.
La festa di san Giuseppe, festa di famiglia, noi, suore della comunità di Puerto Piray, l’abbiamo celebrata nella nostra abitazione, con il gruppo dei laici del Piccolo Disegno.
«La parola più usata della giornata del Piccolo Disegno, 10 marzo 2024, è stata “bellissima”, perciò direi che è andata bene. Bello lo scambio in gruppo, le esperienze di cui i membri ci hanno parlato.
Il nostro mondo ci convince che a essere importante è solo l'interesse per sé, la difesa del proprio interesse, del proprio tornaconto. Con una sola immagine, Gesù manda in crisi quell'idea.
Scrivo dopo l’8 marzo, volutamente, in quanto un po’ allergica a queste ricorrenze. Rischiano di diventare una memoria dovuta e scontata perché tutti ne parlano, con alcune valenze.
«Per me il momento più significativo è l’incontro e la condivisione nei gruppi. Me lo sono proprio goduto. Ha dato la possibilità di conoscere un po’ le persone che fanno un cammino con le Suore di S. Giuseppe.
Ho conosciuto la realtà del "Piccolo Disegno" frequentando la Sorgente, dal 2013. Nel corso degli anni ho partecipato a numerosi incontri di preghiera e ai Ritiri spirituali.
Ho letto l'invito insistente "Batti le mani a Gesù" nello sguardo e nei gesti molto espressivi di un giovane disabile grave. Entravamo in cappella, con gli altri, per un incontro di catechesi-preghiera.
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